Pergola, serra, veranda: semplici coperture o involucri da vivere?

Negli ultimi anni si è visto un considerevole e costante aumento della ricerca di edifici con la disponibilità di uno spazio esterno, sia esso un giardino, una loggia o un terrazzo. La tendenza è quella di cercare uno spazio vivibile al di fuori delle mura di casa, nella stagione estiva e possibilmente, anche in quella invernale. 

Serra Bioclimatica – KE Outdoor Design

Una soluzione può essere rappresentata dalla Serra Bioclimatica (o serra solare, o bioserra), in grado di ottimizzare lo sfruttamento dell’energia fornita dai raggi del sole per la climatizzazione interna.

Un’altra possibilità può essere rappresentata dalla Pergola Bioclimatica, strutture munite di una copertura mobile composta da lamelle orientabili che permettono una schermatura della luce solare e un parziale riparo dal maltempo.

Pergola Bioclimatica – KE Outdoor Design

In questo articolo vedrai alcune tra le varie soluzioni proposte dal mercato che cercheremo di analizzare anche da un punto di vista normativo.

Una precisazione necessaria: in Italia, edilizia, urbanistica e paesaggistica, sono regolamentate su diversi livelli, dalle linee guida concordate a livello nazionale, alle normative specifiche adottate da Regioni e Comuni. Per questo motivo non è sempre facile districarsi tra le varie direttive e capire come procedere per far si che da un’idea o una volontà si possa arrivare ad un’opera finita senza incorrere in eventuali sanzioni. Di seguito, qualche definizione.

                          Pergola                   Veranda       

COS’È LA PERGOLA

Le linee guida della Regione Veneto, basate sul Regolamento Edilizio Tipo del 2016, definiscono pergolato una “struttura, destinata all’ombreggiamento del fabbricato, realizzato a ridosso dello stesso per il sostegno di rampicanti o di tende non fisse”. La pergola si differenzia per la struttura che risulta autonoma e non in appoggio al fabbricato principale; per comodità ci riferiremo a queste due tipologie con i termini “pergola autoportante” e “pergola addossata”.

In entrambi i casi la funzione principale è sostenere le piante rampicanti per adornare e proteggere dal sole gli spazi sottostanti. Possono essere provviste di tende ombreggianti purché di facile rimozione e retrattili, non fisse (citando il R.E.T.: “Tenda a pergola: elemento ombreggiante retrattile manualmente o meccanicamente, installato sulla facciata degli edifici e destinato a copertura di pergolati”).

Queste strutture generalmente non richiedono particolari autorizzazioni edilizie poiché rientrano nell’elenco delle principali opere di edilizia libera, purché soddisfino alcuni essenziali requisiti: devono essere “di limitate dimensioni e non stabilmente infisse al suolo”. In ogni caso è sempre bene verificare il Regolamento Edilizio del comune.

COS’È LA VERANDA

La definizione presente nel R.E.T. 2016 riporta: “Locale o spazio coperto avente le caratteristiche di loggiato, balcone, terrazza o portico, chiuso sui lati da superfici vetrate o con elementi trasparenti e impermeabili, parzialmente o totalmente apribili.”

Sono quindi previste delle chiusure non murarie, laterali e superiori, che possono essere di diverso tipo (vetrate, plexiglass, teli impermeabili, ecc). Tali chiusure non devono necessariamente essere composte da elementi fissi, anche elementi laterali mobili e removibili possono far rientrare la nostra struttura in questa categoria e complicarne la categorizzazione a livello burocratico.

A differenza della pergola, infatti, la veranda è soggetta a Permesso di Costruire in quanto comporta un aumento volumetrico e una modifica del prospetto del manufatto preesistente, nonché una dichiarata funzione di utilizzo continuativo del nuovo spazio abitativo. Possono essere previsti sistemi di climatizzazione estiva o invernale.

LA SERRA BIOCLIMATICA

Si tratta di sistemi solari passivi per il miglioramento dell’efficienza energetica e del comfort, non richiedono l’installazione di impianti di climatizzazione e trovano la propria efficacia nella forma, nella progettazione e nei fenomeni fisici di accumulo, diffusione di calore e irradiazione solare, consentendo una riduzione delle emissioni di CO2 ed un notevole risparmio energetico. L’architettura bioclimatica sfrutta gli elementi naturali per una progettazione sostenibile e soprattutto efficiente ed efficace. In fase di progettazione bisogna dunque porre attenzione al comportamento della serra, non solo nelle stagioni più fredde, ma anche nel periodo estivo. L’effetto serra, tanto utile in caso di temperature più rigide, non dovrà infatti portare ad un surriscaldamento eccessivo dell’ambiente interno che andrà dunque protetto da schermature mobili.

Queste strutture possono essere divise in tre tipologie, a seconda della modalità con cui apporteranno energia all’ambiente interno dell’abitazione:

1. Serra a guadagno diretto: non prevede muri di separazione tra l’interno dell’edificio e la serra; 

2. Serra a scambio convettivo: con delle bocchette che possono essere regolate da termostati; 

3. Serra a scambio radiante: ottimi elementi di accumulo, sono i laterizi pieni, il calcestruzzo ed elementi lapidei.

La normativa a livello nazionale è ancora carente nel regolamentare questo tipo di strutture; spesso sopperiscono a questo, le direttive regionale e comunali, dove si trovano in molti casi definizioni e limiti di realizzazione a volte più stringenti, per limitarne una progettazione o un utilizzo non coerente mantenendo la sola finalità di carattere energetico. 

La Regione Veneto, nel DGR del 2011, definisce le serre solari (o bioclimatiche) come “spazi ottenuti mediante la chiusura con vetrata trasparente di logge o terrazze, quando detti spazi chiusi siano unicamente finalizzati al risparmio energetico” e che “non devono determinare nuovi locali riscaldati o comunque atti a consentire la presenza continuativa di persone. La specifica finalità del risparmio energetico deve essere certificata nella relazione tecnica, nella quale deve essere valutato il guadagno energetico”. Si capisce come le differenze con una veranda siano specifiche, per lo più di carattere tecnologico e progettuale, oltre che funzionale.

La struttura deve avere un particolare orientamento (sud est, sud, sud ovest, dovendo captare in maniera diretta i raggi solari) e si diversifica anche nei materiali utilizzati: i vetri della serra bioclimatica devono consentire un efficace irraggiamento solare ma anche limitare la dispersione termica. Sulle pareti poi non è possibile installare sistemi fissi di schermatura dei raggi del sole ed anche la copertura deve essere realizzato con sistemi filtranti la luce, come il vetro. 

Serra Bioclimatica – KE Outdoor Design

LA PERGOLA BIOCLIMATICA

Stiamo parlando di sistemi di copertura innovativi, caratterizzati da un sistema di chiusura superiore ad alette metalliche mobili, orientabili a seconda della necessità e dell’incidenza dei raggi solari. Questo tipo di soluzione permette un’ombreggiatura continua durante l’arco della giornata, creando una naturale ventilazione ed il raffrescamento dell’ambiente sottostante. La possibilità di far ruotare completamente le alette, chiudendo ed impermeabilizzando la copertura, permette una grande flessibilità di utilizzo fornendo un riparo dagli agenti atmosferici.

La struttura può essere autoportante oppure addossata all’edificio, in quest’ultimo caso può garantire benefici in termini di risparmio energetico proteggendo parte dell’abitazione dai raggi solari e dunque rinfrescandola naturalmente, senza la necessità di impianti di condizionamento estivo. Non solo, la pergola bioclimatica può ottimizzare il comfort climatico di un’abitazione anche nella stagione invernale, se opportunamente implementata di vetrate laterali che vadano a creare uno spazio chiuso o semi chiuso e riparato, in grado di mitigare la dispersione termica dall’ambiente interno a quello esterno. In questo caso il pergolato bioclimatico si avvicina per concetto e funzione alla serra bioclimatica.

Le soluzioni tecnologiche proposte dai diversi produttori sono innumerevoli: lamelle motorizzate orientabili con scorrimento a pacchetto per aprire completamente la copertura superiore, integrazione di pannelli fotovoltaici sulle alette stesse per affiancare ombreggiamento e produzione di energia, sensori di controllo per una regolazione intelligente ed automatizzata, schermature laterali e sistemi di illuminazione integrati nella struttura o nella copertura. 

Dal punto di vista normativo la pergola bioclimatica non è ancora ben definita e regolamentata. L’interesse verso questo tipo di soluzione e la sua commercializzazione hanno visto un aumento quasi esponenziale negli ultimi 5 anni e, come per la maggior parte delle innovazioni, la legislazione insegue il mercato con un ritardo che necessariamente porta a fraintendimenti e dubbi sulle reali procedure autorizzative. Questo fa si che spesso i Comuni riconoscano tali manufatti come tettoie o come verande, a seconda dei casi, e richiedano quindi lo specifico permesso per la realizzazione.

Pergola Bioclimatica – Gibus